Critica di Maria De Michele

NOTE VIBRATORIE

“Dammi odoroso all’alba un giardino di fiori bellissimi dove io possa camminare indisturbato.”

(Walt Whitman)

Parlo dell’artista Maria Grazia Voto che vuole vita per amare la vita, la sua fotografia. In particolare i suoi fiori, non sono creature abbandonate a se stesse ma essenze divine che si convertono in materia viva. Fiori che simboleggiano il pudore di un’anima sensibilissima, che attraverso la pulsione della bellezza e dell’armonia l’umanità alla ricerca del bene.

Corolle, petali, pistilli come note vibratorie e luminose tendono la corda della vita per mostrare la propria origine divina. Colori sgargianti o delicati, fiori dalle forme particolarissime che Maria Grazia Voto scopre e traduce in un complesso ed evoluto linguaggio.

Immagino l’artista in un parco, in un giardino segreto, in un viottolo di campagna, consapevole che anche un piccolo movimento possa distorcere il fiore individuato, trattenere il respiro, e ascoltare il suo richiamo, il suo desiderio di vanità per essere guardato, immortalato. Un rito visivo che Maria Grazia Voto conduce con una straordinaria felicità espressiva.
E il risultato di tanto talento è una serie di scatti di inimmaginabile bellezza, abbaglianti e ricchi di luminosi dettagli. Partire da uno scatto per giungere, con indescrivibile emozione, a realizzare una nuova grammatica del reale con l’irrefrenabile voglia di ridisegnare il mondo e ricondurlo con insuperabile poesia entro i cardini da cui è uscito ed ha smarrito la strada.

Pozzuoli, 26 gennaio 2019

Critica di Maria De Michele

RIVELAZIONI DI SENSO

Le fotografie di Maria Grazia Voto sono tasselli di puzzle della sua espressività, frutto di uno scandaglio interiore motivato da una percezione visiva che va oltre il comune sentire.

La fotografia, l’arte più massificata e più soggetta alle minacce dell’impostura, diviene negli scatti dell’artista lo strumento per giocare sul crinale di una realtà sconvolgente, in grado di mostrare, secondo un terzo occhio, la straordinaria bellezza della Natura.

Maria Grazia Voto

Nella prima opera l’immagine si fa evocazione potente di un istante mettendo in scacco l’ordinario sentire. Metafora d’amore l’abbraccio di due alberi che intrecciano i loro rami per affrontare le bizzarrie delle stagioni e restare uniti per sempre.
“Pensa che in un albero c’è un violino d’amore/pensa che un albero canta e ride/pensa che un albero sta in un crepaccio/ e poi diventa vita.”

(Alda Merini)

Maria Grazia Voto

La seconda fotografia rappresenta l’infinito istante di una storia, forse padre e figlio, due amici, che nel passeggiare lungo un sentiero restano in silenzio a meditare o forse si parlano per ritrovarsi.

Fanno da sfondo vette aguzze di una catena montuosa che sembra appartenere per la cromia azzurrina ad un altro Pianeta.

“È con cuore stanco che ti parlo giovane amore/tu che hai scalato le colline della vita/ e ancora non conosci le vette della montagna/ 
i suoi sentieri impervi che portano su in alto/ fino a ghiacciai silenziosi e immensi.”

(Alda Merini)

Maria Grazia Voto

Nella terza foto ninfee bianche, pallide e lievi adagiate sullo specchio di un lago, ancora poesia, desiderio d’amore e di rinascita.
L’istantanea ferma il tempo, nate da fondali lacustri, le ninfee di Maria Grazia Voto hanno come lei salde radici che le legano alla vita.

“Acqua chiara, virgulto/primaverile, terra, /germogliante silenzio, /tu hai giocato bambina/sotto un cielo diverso, /ne hai negli occhi il silenzio, /una nube, che sgorga/come polla dal fondo.”

(Cesare Pavese)

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La quarta foto è sorprendente, la vegetazione invade e ricopre la facciata di un casale abbandonato, l’occhio dell’osservatore al primo impatto resta estasiato dinanzi allo spettacolare cromatismo delle foglie, tutte le gradazioni, dal giallo oro all’ ocra, dal rosa al rosso, come una coltre tessita di scaglie preziose, di lampi dorati, poi ad uno sguardo più attento il mistero, l’anta aperta di una finestra, un buco nero che amplifica la fantasia provocando un lucido straniamento.

… e le vedo ormai lontane le mie parole/più che mie sono tue/come edera crescono aggrappate al mio dolore antico…”

(Pablo Neruda)

Negli scatti c’è l’intuizione dello squarcio, del particolare, del contrasto luce-ombra rivelazione e descrizione di sensi e nessi. L’ immagine non si sottrae alla sua essenza lirica unendo il finito all’infinito.
Spesso la fotografia non è limitata da una cornice inamovibile (vedi foto 2 e 3), il desiderio di dipingere, rimasto in fondo allo spirito di Maria Grazia Voto, diviene strumento di investigazione di un’idea. L’istantanea spazia, attraverso l’intervento pittorico, va oltre i limiti consentiti, dando l’illusione di una continuità dell’immagine.

Metafore di evasione dal reale, l’abbattimento di un recinto che non esclude l’ambiente circostante.

La terrestrità edenica di Maria Grazia Voto è un inno alla vita, alla gioia e alla bellezza del creato.

Napoli, 2 febbraio 2016

Dicono di me

Con la macchina fotografica Maria Grazia Voto è come se mettesse le ali al suo slancio creativo con l’esigenza di superare il dato empirico alla ricerca di ideali rivelazioni. Sbalordisco e mi emoziono ogni volta che guardo le immagini scattate da Maria Grazia, che riesce, con il linguaggio del sentimento e con le vesti accattivanti di una sicura grazia fotografica, a sconvolgere le sorti effimere dell’oggetto fotografato e a disporre su un metro corale i sussulti del quotidiano: ho così la sensazione di assaporare la vita nel più pieno dei modi senza dovermi affannare per il futuro.

Vittoria Castorelli 2014

Maria Grazia Voto ha scelto come soggetto fotografico la natura: in particolare si sofferma sui fiori, dall’aspetto comune, ma , osservandoli con lo spirito sensibile e gioioso che Le è proprio, li trasforma in qualcosa di sacro.
Una macchina fotografica può difatti rivelare i segreti che l’occhio nudo la mente non coglie.
Sparisce tutto, tranne quello che viene messo a fuoco con l’obiettivo.
La fotografia è un esercizio d’osservazione e il risultato è spesso un colpo di fortuna. L’artista salernitana cerca di creare attraverso la macchina fotografica quella combinazione tra serenità e bellezza che portano l’osservatore a distaccarsi per un attimo dalla realtà e a lasciarsi trasportare da una sensazione di assoluta armonia con se stesso.
Fotografare per l’Artista è una necessità, è sentirsi coinvolti da quello che la circonda e stabilire una relazione particolare con la natura per poter andare “oltre” e poter trasmettere quelle emozioni che potrebbero sfuggire alla maggior parte di noi.

Claudio Ferrero 2014

…“Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo, ma solo poche catturano il cuore”
Le opere fotografiche che l’artista salernitana Maria Grazia Voto ci parla della bellezza della natura mutevole e impermanente, ci raccontano la passione dell’autrice nel cogliere con l’obiettivo fotografico l’attimo fuggente  di una passeggiata nella natura , un ramo di rose addossato allo steccato, il volo di gabbiani che danzano sulle onde del mare, il contrasto di un geranio rosa  sullo sfondo della  porta azzurra.
Le sue istantanee sono fatte di colori pastosi, sfumati in un tripudio di colori, questi ci catturano l’occhio stimolando la nostra immaginazione e cullano il piacere di guardarli appesi alle pareti delle nostre case che acquistano colore e luminosità. E’ capace di coniugare la qualità della stampa artigianale con l’accessibilità del multiplo d’arte che diventa unicità nelle cornici dipinte a mano per dare continuità e completezza alla foto quasi a coniugare fuori dai confini il tema individuato. Ogni soggetto diviene frutto di una ricerca personale non solo per caratterizzare la nostra quotidianità e arredare le nostre case, ma anche per descrivere l’emozione della forma miscelata a vibranti contrasti cromatici che l’artista riesce a cogliere ed immortalare. Cos’ ci trasferisce le sue emozioni e le sue curiosità per i soggetti che fotografa dando vita a scatti unici ed irripetibili.

Vittoria Castorelli 2015

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